Dalla Grecia all’Islanda praticamente tutte le nazioni europee presentano nel
loro folklore leggende legate ai licantropi, ovvero gli uomini–lupo. Nelle
culture nordiche questo mito è legato alla presenza di guerrieri particolarmente
feroci che durante le battaglie indossavano le pelli di lupi, orsi o altri
animali per combattere con la stessa loro potenza e decisione.
Si dice che
attraverso questi travestimenti i guerrieri riuscissero a entrare in contatto
con gli spiriti degli animali dei quali indossavano le pelli. Questi personaggi
erano temuti ma anche molto rispettati perché effettivamente durante uno scontro
corpo a corpo risultavano più letali di un soldato normale, probabilmente a
causa del timore che incutevano agli avversari.
Nella mitologia dell’Antica
Grecia invece la trasformazione di un uomo in lupo è una punizione divina per
essersi nutriti di carne umana, come racconta il poeta romano Ovidio nelle
Metamorfosi. Gli esempi di teriomorfismo, cioè di rappresentazione di divinità o
comunque di elementi importanti della società umana sotto forma di animali, sono
presenti praticamente in tutte le culture.
Esiste una recente disciplina
scientifica chiamata zooantropologia che si occupa essenzialmente di risalire
alle influenze che il mondo animale ha esercitato sulla nostra cultura e quindi
sulla nostra visione del mondo. Quindi il fatto che i licantropi non abbiano
alcun riscontro scientifico sulla loro esistenza non ne sminuisce l’importanza
per gli esseri umani che in qualche modo li hanno «creati».